Ogni volta che pensi di essere inutile per l’ammalto perché peggiora malgrado tutti i tuoi sforzi ti stai solamente facendo male da sola/o.
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Ti stai privando delle tue preziose energie.
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Stai letteralmente disperdendo quella tua straordinaria forza, che ti ha permesso di superare tutte le difficoltà che hai incontrato sino ad ora.
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Non credi che sia ora di cambiare rotta?
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Se la tua risposta è affermativa, mi permetto di darti un suggerimento rispetto alla mia esperienza e a quelle dei miei clienti del percorso “MIAMO&MIPRENDOCURADITE”, attraverso cui guido le persone che si prendono cura di un malato di demenza a ritrovare la propria energia e forza per riprendere in mano la propria vita ed essere un sostegno forte e sicuro per l’ammalato.
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All’inizio della mia esperienza, ogni volta che facevo delle sessioni di stimolazione cognitiva ne uscivo completamente distrutto. Mi sentivo non solo inutile, ma anche un grande incapace, perché, anche se mi impegnavo tanto nel preparare minuziosamente ogni cosa, anche se la mia dedizione era molto alta, i miei pazienti continuavano a peggiorare.
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Chi continuava a perdere l’uso della parola, chi non riusciva più a tenere in mano una forchetta, chi non ricordava più una canzone che aveva cantato sino al giorno prima: era uno strazio. Ci rimanevo così male, che ci pensavo continuamente anche a casa.
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Ma il problema non era solo questo: mettevo in dubbio me stesso.
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E se non sono capace IO?
Forse un altro collega avrebbe più risultati?
Forse sto sbagliando qualcosa?
Forse ho sbagliato completamente l’ambito di lavoro?
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Una marea di “forse” e “domande” che piano piano corrodevano solo me stesso.
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E quell’entusiasmo che avevo all’inizio, piano piano ha iniziato a diminuire, sino al punto che facevo difficoltà ad andare al lavoro, tanto, mi dicevo, “CHE SERVE? E’ INUTILE”.
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Praticamente, mi stavo dando la zappa sui piedi: facevo tutto da solo, nella mia mente.
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Tutto è cambiato, quando ho deciso di vedere le cose da un punto di vista diverso.
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Non mi sono più concentrato su ciò che i miei pazienti perdevano ogni giorno, perché questo dipende dalla malattia ed è una cosa su cui non avevo nessun potere, ma ho focalizzato la mia attenzione sullo stare bene con loro, nel farli ridere, nel creare le condizioni affinché sia loro e sia io stessimo bene.
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Questo sì che dipendeva da me e i risultati si sono visti subito.
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Mi sentivo più sereno, più sorridente, vivo, capace e utile per loro. Inoltre, notavo che anche loro erano più partecipi durante le sessioni e li sentivo più contenti di stare in mia compagnia.
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Lo stesso cambiamento l’hanno sperimentato i miei clienti del percorso “MIAMO&MIPRENDOCURADITE”: sono passati dal concentrarsi su ciò che il loro familiare perdeva, al ringraziare ogni singolo secondo passato insieme.
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Dal dire “NON MI RICONOSCE PIU’, NON RICORDA PIU’ IL MIO NOME, NON PARLA PIU’, NON SA PIU’ TENERE UNA FORCHETTA” al “OGGI, MI HA DATO UNA CAREZZA, ABBIAMO SORRISO INSIEME, ABBIAMO CANTO UNA CANZONE E SI HA RICORDATO UNA FRASE” ecc. ecc. ecc.
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Un cambiamento che ha fatto bene a loro, ma anche all’ammalato.
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Perché ogni volta che stai scegliendo di focalizzarti sulla malattia e sulla perdita e stai mettendo in discussione le tue cure e te stesso, stai solo cedendo quella tua forza straordinaria alla malattia e questo non puoi permettertelo. Quella forza serve sia a te ma anche al tuo caro.
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Perché essere un caregiver significa scegliere spesso per due e non solo per se stessi e tu lo sai molto bene.
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Come hanno fatto i miei clienti, la prossima volta che avrai dei dubbi su te stesso oppure ti sentirai incapace e inutile, scegli di CAMBIARE IL TUO PUNTO DI VISTA.
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Focalizza la tua attenzione su tutto ciò che stai donando all’ammalato, su quanto ancora potete fare insieme e sarai protagonista insieme al tuo caro di una nuova storia, con tutte le sue difficoltà, ma anche con le sue gioie.
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Un abbraccio
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