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Immagine del redattoredott. Pietro Caputo

SE TI RITAGLI DEL TEMPO PER TE E TI SENTI IN COLPA QUESTO POST E’ PER TE…


Ritagliarsi del tempo per sé non serve assolutamente a nulla, se poi ti fai prendere dai sensi di colpa. . Partenza con il botto? . Lo so, ma mi permetto di spiegarti alcuni motivi. . Innanzitutto, non ti godrai appieno quel momento che sicuramente con tanta difficoltà ti sarai ritagliato, perché la mente ti assillerà con tutti i tipi di pensieri possibili e immaginabili (starà bene? ma mi cercherà? e se poi mi mette il muso? non è che si sente abbandonato? ecc. ecc. ecc.), caricandoti di ansia a palla. . Il risultato? . Quei momenti invece di rigenerarti, ti faranno sentire più stanco di prima e, di conseguenza, non sarai motivato a ripetere quella “stupenda” esperienza. . Inoltre, se innaffierai quei sensi di colpa, diminuirai ogni volta e sempre di più i momenti dedicati a te, con il risultato scontato di RINUNCIARE ai tuoi bisogni per evitare tutti questi pesi. . Alla fine, SACRIFICHERAI il tuo benessere pur di evitare queste situazioni e ti convincerai che sarà meglio dedicarsi totalmente al malato con tutte le spiegazioni plausibili (e noi siamo bravi a raccontarcela!). . Chi ci rimette? . Tutti, perché tu ti sentirai appesantito, stressato e senza forze e probabilmente con diversi disturbi fisici, ma anche il malato, perché sicuramente non riceverà quelle attenzioni e cure di cui ha veramente bisogno e soprattutto tutto questo nuocerà alla vostra relazione. . C’è un modo che ti può aiutare a goderti appieno quei momenti? . La risposta è sì, perché i miei clienti del percorso “MIAMO&MIPRENDOCURADITE” con gli strumenti adeguati riescono a superare questo ostacolo, così come molti altri. . Come?


Lavorando su SE STESSI, svolgendo delle PRATICHE/ESERCIZI molto potenti tutti i santi giorni e imparando a:

  • nutrire la mente con il pensiero che il benessere del malato e la sua serenità dipende strettamente dal loro benessere e dalla loro serenità.

  • Togliere energia ad un altro pensiero molto nocivo, secondo cui, dato che il malato vive una situazione dura e infelice, il caregiver si deve sacrificare e non c’è spazio per la sua felicità.


Se vuoi iniziare a liberarti da quei sensi di colpa, comincia a far tuo questo mantra: “più mi sento sereno IO, MEGLIO si sentirà anche LUI/LEI”.

e

metti in pratica da subito questi piccoli suggerimenti, vivendo l’esperienza. Ti assicuro che noterai da subito le differenze e scoprirai quanto puoi essere d’aiuto per il tuo caro prendendoti cura di te.


Ti aspetto nei commenti...


A presto

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